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Risotto alla carbonara

Penso di poter dire che le mie prime esperienze di cucina si possano riassumere in pochissime parole: rigirare il risotto alla milanese. Si, perchè mia madre mi lasciava rigirare il risotto. Ero molto piccolo e la cosa mi faceva sentire importante. Parlo dei tempi in cui si tostava lo zafferano prima di scioglierlo in un poco di brodo ed aggiungerlo al risotto alla milanese. Oggi purtroppo si ricorre troppo spesso al giallo alimentare.

Sono rimasto affezionato al riso – dopo le follie estive mi sono messo a dieta e per due settimane, quasi ininterrottamente, ho mangiato riso in bianco con limone, peperoncino, olio e formaggio, senza stancarmene – e posso affermare che il risotto è una mia passione.
Tutto questo per introdurre un mio tentativo di adattamento al riso di una ricetta per la pasta. Si tratta della “Carbonara”.
Detto questo, mi pare molto ovvio quello che bisogna fare per tradurre in risotto la famosa “Carbonara”, ma non mi sembra neanche giusto girare i tacchi lasciarvi in asso e andare a preparare il “Risotto alla Carbonara” solo per me e la mia famigliola. Ecco, pertanto, la mia ricetta.

Ci sono diverse versioni della “Carbonara”. C'è chi mette la panna, chi mette il latte, chi mette il vino. Io sono rimasto fedele alla ricetta avuta tantissimi anni fa da una cara zia di La Spezia. Sulla falsariga di quella preparerò anche il risotto.
Mi sembra di aver già detto che il risotto io lo preparo con la pentola a pressione: me lo fa amare ancora di più, perché ci impiego meno tempo e meno fatica (non ho più voglia di rimescolare).
Non vi faccio perdere dell’altro tempo, ecco gli ingredienti:

Una cipolla media tagliata sottilissima
Due etti di pancetta coppata tagliata sottile e ritagliata a pezzetti
Un bicchiere di vino bianco
Mezzo chilo di riso per risotti
Un litro e mezzo di brodo
Un uovo ed un tuorlo
Un etto di parmigiano
Una manciata di prezzemolo tritato fresco
Pepe nero macinato fresco

Faccio appassire la cipolla già nella pentola a pressione con dell’olio d’oliva. Prima che la cipolla si imbiondisca troppo, aggiungo la pancetta e lascio che si rosoli un poco, quindi aggiungo il riso e lo faccio tostare. E’ quindi il momento del vino, che lascio sfumare prima di aggiungere il brodo necessario per coprire abbondantemente il riso. Rimescolo per bene e chiudo la pentola a pressione.
Quando la pentola a pressione inizia a fischiare, bisogna abbassare la fiamma e far cuocere per quattro minuti. Si toglie quindi la pentola dal fuoco e si fa sfiatare.
Controlliamo la cottura del riso, aggiungiamo del brodo o dell’acqua calda perché è certamente necessario cuocere ancora per un poco.

Battiamo le uova a cui aggiungiamo il parmigiano ed il prezzemolo e versiamo il tutto nel riso. Rigiriamo, aggiungiamo del burro se vogliamo arricchire questo risotto, facciamo riposare qualche minuto e andiamo a tavola.
Sul piatto ognuno potrà macinare il pepe fresco a volontà.
Provatelo! E ditemi se il tentativo è riuscito.

Inutile dire buon appetito!

Filo e Giò
filom51@hotmail.com