Lago
Pozzillo - Nicosia - Sperlinga 6-8 dicembre 2003
Come sempre il Club mette a disposizione la propria esperienza
di viaggio per essere una guida eccellente per le nostre vacanze.
Appuntamento come da rito per salutarci e augurarci che il giro
inizi nel migliore dei modi e presentare, a chi ancora non lo
conoscesse, Nino e famiglia che provengono da Santa Margherita
Belice. Gli ingredienti ci sono tutti o quasi, perché
dopo anni di frequenza ininterrotta non scorgo il presidente
Paolo Corsini e famiglia, questo mi preoccupa ma quando veniamo
a conoscenza dei motivi della diserzione, non c’è nessun
problema, si parte!!!!!!!!!!!
Sono
le ore 19,00 e percorrendo l’autostrada PA-CT e dopo numerose
perplessità sulla strada da percorrere si decide che
la più conveniente é l’uscita di Catenanuova
e dopo qualche chilometro di statale si raggiunge finalmente
l’area attrezzata del Lago di Pozzillo, precisamente
al parcheggio comodo della Cittadella dello Sport. Immediatamente
diamo fondo ai nostri frigo accontentando in special modo i
nostri figli, specie i più piccoli, infatti appena finito
di cenare si catapultano letteralmente all’interno del campo
di calcetto per sfogare la rabbia in corpo per essere stati
costretti a subire le nostre comunicazioni via CB ed altro.
E’ domenica, sveglia e visita al lago artificiale più
grande d’Europa circondato da boschi e prati in una natura quasi
incontaminata dove tranquillamente si può pescare la
carpa e il pesce persico. E’ stupendo percepire perfino il leggero
gorgoglio dell’acqua: qui si guarda e si ascolta la natura che
per la sua bellezza è un forte richiamo per tutti coloro
che l’amano.
Dopo
il pranzo (compreso barbecue), sfidiamo i nostri figli ad una
partita di calcetto dove affiora immediatamente ahimè
la differenza di età, ma poco importa, siamo felici ed
orgogliosi dei nostri bambini che continuano a segnare una miriade
di goal.
Ci
spostiamo a Nicosia, vasto patrimonio d’arte
e cultura barocca e sette-ottocentesca espressa nelle chiese
e nei palazzi. Ammiriamo la struttura urbanistica e la scenografia
della zona pedonale all’interno della quale emerge nella sua
imponenza il monumento dedicato ai caduti della seconda guerra
mondiale e dove i ragazzi passeggiano parlottando del più
e del meno.
Stabiliamo il trasferimento alla volta di Sperlinga
nella stessa serata per non perdere neanche un minuto prezioso
di questo week-end e dopo una decina di chilometri giungiamo
al parcheggio vicinissimo al castello. Il freddo, come da notizie
ascoltate dai vari Tg arriva puntuale e pungente tanto da decidere
di riscaldarci con qualcosa di caldo, oltre ad avere subito
messo a pieno regime le nostre stufe. Stanchi, ma felici della
giornata trascorsa, si va a letto per poterci alzare presto
in modo da andare a visitare lo splendido Castello Medievale.
Alle ore 10,00 raggiungiamo l’ingresso nella omonima piazza
dove decidiamo di contattare una guida turistica in modo da
apprezzare al meglio la storia di questo splendido maniero.
Cominciamo il giro dopo avere visitato il Museo dell’emigrante
contadino dove si può ammirare sia l’arte del
ferro ma soprattutto tutto quello che serviva al contadino per
potere lavorare la terra. All’ingresso principale affiora il
famoso esametro inciso sull’arco a sesto acuto del vestibolo
il quale recita “Quod siculis placuit sola Sperlinga
negavit“ a ricordo della non partecipazione di Sperlinga
alla ribellione contro i francesi nella guerra del Vespro. Si
resta incantati dall’opera di escavazione della roccia avvenuta
in tempi remoti e ai resti dei fabbricati che risalgono all’anno
mille, la chiesa all’interno del castello fino al 1610 di uso
pubblico, divenne cappella privata delle famiglie che possedettero
la fortezza ed è tutt’ora fruibile.
Ammiriamo
estasiati tutto quello che la guida ci espone, dal ponte levatoio
all’officina per i metalli, carceri, canali e serbatoi per l’acqua,
ascoltiamo il vento che si insinua tra le cavità della
roccia: è veramente suggestivo!
La guida ci racconta che quando a Palermo scoppiò la
rivolta contro gli angioini, i francesi presenti a Sperlinga,
dovendo scegliere tra la fuga, la resa e la difesa, si asseragliarono
per circa un anno rimanendo all’interno delle mura assediate
dai soldati aragonesi. La guarnigione francese aveva viveri
e armi dagli abitanti del luogo e quell’assedio entrò
nella storia e nelle leggende e l’appoggio che fu dato agli
assediati ribadito dal detto: ”- quel ch’a Sicilia piacque,
sol a Sperlinga spiacque“ –
Alla fine della visita torniamo
stanchi e infreddoliti, ma nello stesso tempo felici per avere
avuto il modo di apprezzare questa splendida opera dell’uomo
dove il suo ingegno si fonde con la bellezza della natura. E’
sera, il buio ci accompagnerà lungo la strada di ritorno,
ma prima, come sempre, brindiamo con il nostro fragolino, a
presto ragazzi!
Un elogio va alla guida turistica nel nome di Salvatore
Lo Sauro per la professionalità e lo zelo nello
svolgere il suo lavoro, nonché per l’opera che costantemente
svolge in qualità di volontario verso le persone più
bisognose, grazie di cuore.