Le
saline del trapanese sono famose in tutto il mondo per la qualità
del sale che producono, ricco di elementi oligominerali utili
tra l'altro per la regolazione del metabolismo e delle attività
cardiache.
Sono 31 oggi le saline in attività in questa zona e la
produzione annua si quantifica in decine di migliaia di tonnellate.
Le saline si estendono lungo la costa che va da Trapani a Marsala
e sono state costruite attorno al 1500. Le particolari condizioni
climatiche e ambientali (vento, sole, bassi fondali, scarse
precipitazioni estive) rendono questo territorio ideale per
questa produzione.
Le prime saline si fanno risalire a circa 8 secoli avanti Cristo
quando il sale era una delle forme più utilizzate per
la conservazione degli alimenti.
La lavorazione è rimasta quasi inalterata sino a qualche
decennio fa. I mulini sono stati poi sostituiti da pompe più
efficienti e il lavoro di estrazione del sale e la formazione
dei cumuli sono stati facilitati dall'utilizzo di appositi macchinari.
Si tratta di una delle lavorazioni più "ecologiche"
possibili.
Non sono utilizzati prodotti chimici nè si producono
scorie inquinanti, si creano invece tutte le condizioni per
una apprezzata pescicultura ecologica.
SALINE
INCONTAMINATE
Quando si attraversa ed ammira
l'accecante paesaggio dei 22 chilometri de "LA
VIA DEL SALE" che da Trapani porta a
Marsala, costellato da mulini a vento quasi tutti
recuperati dall'abbandono in cui erano stati lasciati
a partire dagli anni '70 dopo che per secoli avevano
macinato acqua salmastra da questa stupenda costa
lagunare, ti colpiscono gli odori ed i colori.
Tutto è irreale: il vento che giunge dal
largo e che passa prima da palme, pini e ginepri,
arriva carico di questi odori. Il mare azzurrissimo
è solo leggermente increspato ed a piccole
onde. La luce del sole fa risplendere e scintillare
come diamanti i cristalli di sale che emergono dai
cumuli di sale raccolto e che sembrano piccole montagne
innevate, le tegole di terraccotta che coprono il
sale e lo riparano dal vento e dalla pioggia danno
l'idea di minuscoli villaggi di tufo.
All'orizzonte la laguna dello Stagnone e l'isola
di Mothia con i suoi irreali tramonti e con le barche
dei pescatori che buttano le loro reti.
Lasciandoti ammaliare da questo scenario fatato
e incontaminato, con la fantasia senti trasportati
dal vento gli echi dei canti delle squadre dei salinari
che, fin dal tempo dei Fenici, nei mesi di luglio
ed agosto, raccolgono il sale ed a piccoli cumuli
lo trasferiscono sugli argini con delle pesantissime
ceste e che, per alleviare la fatica, cantano e
sussurrano battute pungenti e colorite.
Il sale... umile e prezioso per la nostra vita e
la nostra salute e per il futuro di Trapani che
lo produce integro e incontaminato come in nessun
altro posto del mondo.
Tania e Antonio Catalano
Sotto
la guida di Tania ci siamo recati in località Nubia
vicino Trapani a visitare la salina Gucciardo
sita all'interno di una riserva naturale orientata gestita dal
WWF. Il proprietario, signor Salvatore, ci ha cordialmente accolto
e ci ha spiegato con passione tutte le fasi della lavorazione
per la produzione del sale derivato da questo mare incontaminato
e particolarmente apprezzato per la presenza di magnesio, potassio,
iodio e calcio e per il minore contenuto di cloruro di sodio.
Questo prodotto viene esportato con successo in tutto il mondo
dato che è considerato tra i migliori in commercio. Nelle
intenzioni del signor Gucciardo vi è anche quella di
ristrutturare due vecchi mulini, ormai in disuso, sia per motivi
affettivi che per motivi turistici. Per saperne di più
consigliamo di collegarsi col sito www.trapanisale.com.
La zona di Nubia è
famosa anche per la produzione di un aglio particolarmente
saporito, detto appunto aglio rosso
di Nubia, che quanto prima dovrebbe essere riconosciuto
con un marchio a tutela.
In questo luogo di pace, circondati dal volo di gabbiani
e cormorani, abbiamo pranzato in uno scenario da cartolina.
Visita
al Museo del Sale di Nubia
In un antico mulino all'olandese del 1400 ottimamente restaurato
è allestito un interessante museo che illustra le fasi
della lavorazione del sale e raccoglie alcuni attrezzi utilizzati
per l'estrazione e la raccolta: ingranaggi di mulini, pale,
ruote dentate, spine e attrezzi vari.
Lasciamo
questi luoghi incantati e ci rechiamo a pernottare verso sud
alla Cala dei Turchi.
Al mattino alcuni di noi han deciso di fare il primo bagno della
stagione. Tania intanto aveva trovato della rucola selvatica
e ci ha deliziato a pranzo con una ricetta da lei inventata
e che offre a tutti i fragolini:
Pugliese
a modo mio
Ingredienti:
2 grosse patate
5 spicchi di aglio di Nubia
un pugno di rughetta selvatica
1 scatola di tonno da 200 gr.
500 gr. di spaghetti.
peperoncino
2 cucchiai di pesto alla genovese
olio e sale.
Lessare la rughetta e le patate tagliate finemente.
In una padella soffriggere 5 spicchi di aglio di Nubia in olio
di frantoio. Spegnere e aggiungere una scatoletta di tonno spezzettato,
2 cucchiai di pesto alla genovese e il peperoncino. Lessare
gli spaghetti nell'acqua insieme alle patate e alla rucola.
Scolarli e spadellare. A piacere spolverare con formaggio.