Feste e Sagre

Canyon del fiume Frattina (Belice sinistro) e Rocche di Rao
13-14 marzo 2004

Uno splendido anticipo di primavera. Dopo tante domeniche di pioggia è tornato finalmente a splendere il sole che ci ha accompagnato durante questo fine settimana dedicato all'escursionismo. Sotto la guida di Ignazio Sparacio siamo andati a conoscere uno degli angoli di paradiso di questa nostra bella Sicilia. Un luogo forse poco conosciuto ma sicuramente meritevole di maggiore valorizzazione. Lungo la strada che da Ficuzza porta a Corleone si trova questo canyon creato dal fiume Belice sinistro che, nato sulla Rocca Ramusa a 1276 metri di altezza, scorre assumendo vari nomi il più noto dei quali è quello di fiume Frattina. A Carrubbella si unisce al fiume Belice destro dando origine al fiume Belice.

All'orizzonte spiccano le pittoresche Rocche di Rao, bastioni calcarei che sembrano incorniciare il panorama. Si notano alcuni rapaci volteggiare mentre pian piano veniamo inebriati dal profumo di erba fresca e del finocchietto selvatico. Facciamo conoscenza con un'erba commestibile poco conosciuta: i "garufi", detti anche "puddicini" o "zubbi". Si tratta delle "bacchette di re" (Asphodeline lutea) della famiglia delle Liliacee. Si raccolgono in primavera e son considerate un piatto prelibato da cucinare con la salsa di pomodoro, in frittata o in tutti i modi in cui vengono cucinati gli asparagi.

Proprio in questa zona passava sino alla fine degli anni '50 la ferrovia Palermo-Corleone che, attraversando molto tortuosamente questo paesaggio ameno tra colline a frumento, portava alla stazione di Corleone da poco restaurata e trasformata in luogo di ristoro.

Il fiume Frattina ha qui le caratteristiche di un torrente, con forti pendenze e un alveo profondamente scavato fra le rocce calcaree da una erosione millenaria. Pareti rocciose verticali e salti di roccia dove l’acqua forma incantevoli cascate. Nel suo letto si formano suggestivi, minuscoli, laghetti immersi nella vegetazione fluviale.

Le Gole del fiume Frattina rappresentano un ambiente assai raro in Sicilia. Grazie alla particolare conformazione del terreno si viene a creare un ambiente molto differente da quello circostante: la costante umidità consente il prosperare di essenze botaniche quali la tamerice, il salice, la lenticchia d’acqua e la canna di palude. Sulle pareti a strapiombo che formano la gola, invece, crescono rigogliose le felci che prendono il posto in successione dei fichi d’India e dell’ampelodesma che formano la tipica vegetazione rupestre subito al di fuori della gola.

 
 

La presenza dell’acqua, oltre a consentire la riproduzione e la sopravvivenza di anfibi, insetti e altri invertebrati acquatici, rappresenta una fondamentale fonte di vita per la fauna selvatica circostante che vi si reca per l’abbeveraggio e la propria pulizia.
Sopra i campi è facile imbattersi nel volteggiare di poiane e gheppi, rapaci che scrutano il territorio in costante ricerca di una preda.

Fino a non molti anni fa le ninfee prosperavano lungo il torrente, così come i granchi di fiume e soprattutto la tartaruga palustre erano ospiti abituali di queste acque.

Ambienti di questo genere sono comunque di enorme importanza per l’equilibrio dell’ecosistema circostante: basta infatti una piccola quantità d’acqua che perduri durante la primavera e l’inizio dell’estate per consentire la riproduzione di anfibi ed insetti parzialmente acquatici come il rospo e le libellule, voraci predatori di insetti.

I ragazzi hanno dimostrato di gradire molto questo genere di escursione che ci ha fatto immergere in un angolo di natura incontaminato.

Oltre ai "garufi" abbiamo raccolto i "giri" (bietole), il finocchietto selvatico, i cavolicelli, la "cardella" (crespigno) e asparagi.

Dopo pranzo (chiuso con una bella mangiata di "stigghiole") ci è venuta voglia di stenderci al sole. L'immenso prato d'erba ha fatto venire voglia di rotolarsi, di correre, di giocare a rimpiattino. Alla fine negli occhi di tutti si leggeva la soddisfazione per aver passato una domenica all'insegna del vero "plein air". La primavera ci riserverà ancora tante occasioni simili e noi saremo sempre pronti a coglierle con entusiasmo.

garufo (bacchetta di re)

Le stigghiole di Godrano hanno chiuso il nostro pranzo...

 

 

Alla prossima

Giuseppe

(notizie tratte da http://members.xoom.virgilio.it/artemisianet/news.htm)