Giornate
di festa a Mussomeli. Migliaia di turisti hanno invaso la bella
cittadina della provincia di Caltanissetta in occasione della
straordinaria apertura del famoso castello manfredonico dovuta
all’interessamento del Fai, il Fondo per l’Ambiente
Italiano, che ha inserito questo gioiello tra quelli
da riaprire, sia pure per soli due giorni, in attesa dell’ormai
prossimo completamento dei restauri che durano da oltre quindici
anni. |
Nessun
problema per posteggiare, Mussomeli è infatti tra i pochi
comuni che offre gratuitamente ai camperisti un’ottima
area di sosta, con scarico e acqua, capace di accogliere
tranquillamente decine di camper. Prevedendo un grande afflusso
per la domenica, abbiamo anticipato al sabato pomeriggio la
visita del castello che dista un paio di chilometri dal centro
abitato. Davanti all’ingresso vi è un posteggio sicuramente
da ampliare appena aumenterà il flusso turistico. Un
tiepido sole primaverile e un cielo terso facevano da cornice
a questo maestoso maniero che, soprannominato “il nido
dell’aquila”, rappresenta un perfetto connubio tra
natura e architettura medievale. Da qualcuno è stato
definito “il più bel castello del mondo” per la sua posizione
ma quello che è certo è che si tratta di uno dei
più bei castelli medievali italiani.
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Manfredi
III, geniale stratega, notò che qualsiasi fortezza
fosse stata lì edificata avrebbe goduto della naturale
protezione dell'impervia rupe, e ne decise quindi la costruzione.
Iniziata nella seconda metà del XIV secolo, la fortezza
fu ultimata nei primi anni del 1400 tra la gioia degli abitanti
del piccolo centro che portava allora il nome di Manfrida.
Il castello, subendo alterne vicende, passò in seguito
ai Chiaramente, ai Campo e ai Lanza. |
I giovani ciceroni, studenti del liceo classico,
ci accolgono allegramente e con grande professionalità
iniziano a guidarci alla scoperta delle bellezze e dei misteri
del castello.
Molte sono le ragazze che indossano con grazia i bellissimi
costumi medievali contribuendo così a creare una
suggestiva atmosfera. Se ci fosse stato anche un sottofondo con
musiche del ‘300 il quadro sarebbe stato perfetto. Abbiamo lanciato
questo suggerimento che è stato raccolto con entusiasmo.
Il castello è dotato di una doppia cinta muraria e il corpo
principale si affaccia sullo strapiombo di oltre settanta metri
dal quale venivano eseguite le condanne a morte. Dinnanzi alla
porta d'accesso del primo recinto troviamo la scuderia, con la
sua volta a botte capace di contenere 50 cavalli. |
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La suggestione del visitatore si accresce allorché, penetrati
all'interno dell'edificio si cominciano ad ammirare i portali
e le finestre bifore in stile gotico con archi e merli e le
stanze adorne di colonne e fregi. Molto bella la Sala
dei Baroni dove del 1391 Andrea Chiaramonte, riunito
con baroni ribelli, ordì una congiura contro il ritorno
degli Aragonesi in Sicilia. Poi la sala dalle volte a crociera
e la “stanza di li tri donni” dove si dice
siano state murate le tre sorelle del barone partito per la
guerra e dallo stesso trovate morte di fame al suo ritorno.
Intorno al castello circolano varie leggende e qualcuno crede
che vi si aggiri anche un fantasma…
Molto interessanti e ben restaurati anche i sotterranei, la
cappella, la sala delle torture, l’armeria, le cisterne e tutti
i vari cunicoli di collegamento. Alla fine del giro, considerata
la straordinaria bellezza del luogo, abbiamo chiesto e ottenuto
il permesso di ripetere il percorso.
Davvero una esperienza magica e indescrivibile. E’ davvero un
peccato che questa “perla” sia stata chiusa per così
tanti anni. Siamo certi comunque che appena il castello sarà
riaperto definitivamente potrà diventare un grande polo
di attrazione turistica.
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La domenica
mattina si è organizzato il giro delle tante chiese del
paese, tutte molto belle e ben conservate tra cui spiccano la
Madrice, al centro del silenzioso quartiere
della Terravecchia, e il Santuario
della Madonna dei Miracoli. Vuole la leggenda che,
all’epoca di Manfredi di Chiaramonte, un uomo paralitico, si
fermasse in quella zona a riposare un 8 settembre. Al suo risveglio
si ritrovò guarito. Alle sue grida che inneggiavano al
miracolo gli abitanti di Mussomeli accorsero e, poco distante
dal luogo del magico evento, rinvennero l'immagine della Madonna
con il bambino Gesù dipinta su di una pietra che adesso
è collocata nella cripta del Santuario. E cosi la Madonna
divenne patrona del paese e l'8 settembre i cittadini di Mussomeli
le rendono omaggio accorrendo numerosi al cospetto della sua
immagine. Per visitare la cripta ci siamo rivolti al parroco
che, con grande gentilezza, ci ha accompagnato facendoci anche
lui da “cicerone” mostrandoci anche il simulacro della Madonna
bambina che viene portato in processione proprio l’8
settembre in occasione della fasta patronale. |
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Mussomeli è paese di grande religiosità che si
esprime particolarmente durante i riti della Settimana Santa.
Durante le processioni è possibile ascoltare le famose
“lamentazioni”, canti di dolore in latino che
creano un’atmosfera di estrema drammaticità.
Per concludere un consiglio. Non dimenticate di assaggiare
i formaggi della zona: caciocavallo, ricotta, pecorino di grande
qualità. Dobbiamo purtroppo rilevare che a volte,
sia qui che in altri paesi, viene un po’ difficile trovare prodotti
tipici locali. Le salumerie mettono in mostra emmenthal, asiago,
parmigiano e poco spazio danno alle prelibatezze locali. In
previsione di un maggiore afflusso turistico suggeriamo di attrezzarsi
in tempo in modo da poter proporre e vendere i prodotti della
nostra terra che nulla hanno da invidiare agli altri.
Alla prossima
Giuseppe
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