Feste e Sagre

Mussomeli
22-23 marzo2003
Visita al Castello

Giornate di festa a Mussomeli. Migliaia di turisti hanno invaso la bella cittadina della provincia di Caltanissetta in occasione della straordinaria apertura del famoso castello manfredonico dovuta all’interessamento del Fai, il Fondo per l’Ambiente Italiano, che ha inserito questo gioiello tra quelli da riaprire, sia pure per soli due giorni, in attesa dell’ormai prossimo completamento dei restauri che durano da oltre quindici anni.

Nessun problema per posteggiare, Mussomeli è infatti tra i pochi comuni che offre gratuitamente ai camperisti un’ottima area di sosta, con scarico e acqua, capace di accogliere tranquillamente decine di camper. Prevedendo un grande afflusso per la domenica, abbiamo anticipato al sabato pomeriggio la visita del castello che dista un paio di chilometri dal centro abitato. Davanti all’ingresso vi è un posteggio sicuramente da ampliare appena aumenterà il flusso turistico. Un tiepido sole primaverile e un cielo terso facevano da cornice a questo maestoso maniero che, soprannominato “il nido dell’aquila”, rappresenta un perfetto connubio tra natura e architettura medievale. Da qualcuno è stato definito “il più bel castello del mondo” per la sua posizione ma quello che è certo è che si tratta di uno dei più bei castelli medievali italiani.

Manfredi III, geniale stratega, notò che qualsiasi fortezza fosse stata lì edificata avrebbe goduto della naturale protezione dell'impervia rupe, e ne decise quindi la costruzione. Iniziata nella seconda metà del XIV secolo, la fortezza fu ultimata nei primi anni del 1400 tra la gioia degli abitanti del piccolo centro che portava allora il nome di Manfrida. Il castello, subendo alterne vicende, passò in seguito ai Chiaramente, ai Campo e ai Lanza.

I giovani ciceroni, studenti del liceo classico, ci accolgono allegramente e con grande professionalità iniziano a guidarci alla scoperta delle bellezze e dei misteri del castello.
Molte sono le ragazze che indossano con grazia i bellissimi costumi medievali contribuendo così a creare una suggestiva atmosfera. Se ci fosse stato anche un sottofondo con musiche del ‘300 il quadro sarebbe stato perfetto. Abbiamo lanciato questo suggerimento che è stato raccolto con entusiasmo. Il castello è dotato di una doppia cinta muraria e il corpo principale si affaccia sullo strapiombo di oltre settanta metri dal quale venivano eseguite le condanne a morte. Dinnanzi alla porta d'accesso del primo recinto troviamo la scuderia, con la sua volta a botte capace di contenere 50 cavalli.

La suggestione del visitatore si accresce allorché, penetrati all'interno dell'edificio si cominciano ad ammirare i portali e le finestre bifore in stile gotico con archi e merli e le stanze adorne di colonne e fregi. Molto bella la Sala dei Baroni dove del 1391 Andrea Chiaramonte, riunito con baroni ribelli, ordì una congiura contro il ritorno degli Aragonesi in Sicilia. Poi la sala dalle volte a crociera e la “stanza di li tri donni” dove si dice siano state murate le tre sorelle del barone partito per la guerra e dallo stesso trovate morte di fame al suo ritorno. Intorno al castello circolano varie leggende e qualcuno crede che vi si aggiri anche un fantasma…
Molto interessanti e ben restaurati anche i sotterranei, la cappella, la sala delle torture, l’armeria, le cisterne e tutti i vari cunicoli di collegamento. Alla fine del giro, considerata la straordinaria bellezza del luogo, abbiamo chiesto e ottenuto il permesso di ripetere il percorso.
Davvero una esperienza magica e indescrivibile. E’ davvero un peccato che questa “perla” sia stata chiusa per così tanti anni. Siamo certi comunque che appena il castello sarà riaperto definitivamente potrà diventare un grande polo di attrazione turistica.

La domenica mattina si è organizzato il giro delle tante chiese del paese, tutte molto belle e ben conservate tra cui spiccano la Madrice, al centro del silenzioso quartiere della Terravecchia, e il Santuario della Madonna dei Miracoli. Vuole la leggenda che, all’epoca di Manfredi di Chiaramonte, un uomo paralitico, si fermasse in quella zona a riposare un 8 settembre. Al suo risveglio si ritrovò guarito. Alle sue grida che inneggiavano al miracolo gli abitanti di Mussomeli accorsero e, poco distante dal luogo del magico evento, rinvennero l'immagine della Madonna con il bambino Gesù dipinta su di una pietra che adesso è collocata nella cripta del Santuario. E cosi la Madonna divenne patrona del paese e l'8 settembre i cittadini di Mussomeli le rendono omaggio accorrendo numerosi al cospetto della sua immagine. Per visitare la cripta ci siamo rivolti al parroco che, con grande gentilezza, ci ha accompagnato facendoci anche lui da “cicerone” mostrandoci anche il simulacro della Madonna bambina che viene portato in processione proprio l’8 settembre in occasione della fasta patronale.

Mussomeli è paese di grande religiosità che si esprime particolarmente durante i riti della Settimana Santa. Durante le processioni è possibile ascoltare le famose “lamentazioni”, canti di dolore in latino che creano un’atmosfera di estrema drammaticità.
Per concludere un consiglio. Non dimenticate di assaggiare i formaggi della zona: caciocavallo, ricotta, pecorino di grande qualità. Dobbiamo purtroppo rilevare che a volte, sia qui che in altri paesi, viene un po’ difficile trovare prodotti tipici locali. Le salumerie mettono in mostra emmenthal, asiago, parmigiano e poco spazio danno alle prelibatezze locali. In previsione di un maggiore afflusso turistico suggeriamo di attrezzarsi in tempo in modo da poter proporre e vendere i prodotti della nostra terra che nulla hanno da invidiare agli altri.
Alla prossima
Giuseppe