Feste e Sagre

Sagra dei "Porcini e dei Porcelli"- Caronia
11 ottobre 2003

La sagra dei “Porcelli e dei Porcini”, giunta già alla quarta edizione, è nata per celebrare i monti Nebrodi e le loro risorse. Non avevamo mai avuto l’occasione di potervi partecipare ma quest’anno i "fragolini" han deciso di cogliere l’occasione anche per conoscere meglio Caronia, paese ricco di storia e di boschi, facilmente raggiungibile dal bivio della statale per Messina, nelle vicinanze di Santo Stefano di Camastra.

La cittadina, come tutti i paesi di montagna, non dispone di grandi parcheggi per cui ci siamo dovuti arrangiare sistemando alla meglio il camper in una delle vie adiacenti la piazza Canale, dove si sarebbe svolta la sagra. Il paesaggio è dominato dal Castello, sicuramente tra i monumenti cittadini più pregevoli e tra i meglio conservati dell’architettura normanna in Sicilia. Edificato nel XII secolo oggi è di proprietà privata.
Il complesso è circondato da mura e si sviluppa su due piani.

Al castello appartiene una cappella la cui pianta ricalca quella della Cappella Palatina di Palermo. Si accede al castello da uno splendido portale in stile rinascimentale con arco in sesto acuto sormontato dallo stemma dei Pignatelli. Dobbiamo alla gentilezza del custode la possibilità di visitare la parte esterna del castello e dei giardini annessi, da dove è possibile godere un bellissimo panorama sul mare. In basso a pochi chilometri l'eterna incompiuta, l'autostrada Palermo-Messina (dobbiamo credere al fatto che l'anno prossimo sarà completata?...). Purtroppo la cappella è in restauro e non è stato possibile accedervi. Altri monumenti cittadini degni di nota sono: la Chiesa Madre, la chiesa di S. Biagio e la chiesa di S. Francesco.

Degno di nota anche il Museo del Bosco che conserva strumenti artigianali e per la estrazione del carbone, attività ormai abbandonata.
Intanto siera fatta sera e la sagra stava per iniziare, pertanto ci rechiamo tutti in piazza pronti a degustare le prelibatezza che ci sarebbero state proposte. Quest’anno si è previsto il pagamento di un ticket di un euro per tre degustazioni a scelta. L’iniziativa ha lo scopo di disciplinare meglio l’afflusso oltre che di contribuire alle spese. Il programma prevedeva la distribuzione di tre piatti principali: risotto ai funghi porcini, polenta”carbonara” cucinata in maniera eccellente dai valdostani di Courmayeur (che hanno rinnovato la loro graditissima presenza alla sagra), e un piatto di arrosto misto di salsiccia e maiale nero dei Nebrodi, il tutto accompagnato da ottimo vino nero (c’era anche quello con le pesche).

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Ci dividiamo in gruppi, alcuni in coda per il riso altri per la polenta e così in breve tempo ci troviamo a degustare questi deliziosi piatti. Rimaniamo estasiati dalla bontà della polenta cucinata in questo modo ma, purtroppo, dimenticheremo di farci dare la ricetta, pazienza. Le noti dolenti iniziano però quando ci mettiamo in coda per l’arrosto. Una fila di oltre 70 metri si era formata e ci son volute ben 2 ore e 50 minuti per arrivare al traguardo. Mai fatta una fila così lunga in vita nostra…

 

Dobbiamo purtroppo rilevare che qui l’organizzazione è stata molto carente e non è sembrata all’altezza del compito affidatole: poche griglie, molti favoritismi (paesani che non volevano fare la coda favoriti da alcuni fuochisti, coda incontrollata. Qualche transenna in più sarebbe bastata ad evitare il caos.Alla fine anche carne è risultata insufficiente.

Il giovane e volenteroso sindaco ha ascoltato le nostre proteste si è dimostrato dispiaciuto e ha promesso che l’anno prossimo si cercherà di migliorare l’organizzazione e si aumenteranno le quantità. In effetti la partecipazione è stata forse superiore ad ogni previsione. Basterà un po’ di buona volontà per superare questi inconvenienti. Auguri.
Il giorno dopo decidiamo di andare in un bosco a una decina di chilometri di distanza, direzione Capizzi, dove abbiamo fatto una bella passeggiata ossigenante e rigenerante. Di ritorno, mentre pranzavamo, alcune mucche incuranti della nostra presenza si son dirette all’abbeveratoio presso cui ci eravamo parcheggiati rivendicando il diritto al loro territorio…
Poi in marcia verso casa, rilassati e rigenerati dalla fresca aria della montagna.

Giuseppe