La
sagra dei “Porcelli e dei Porcini”, giunta
già alla quarta edizione, è nata per celebrare
i monti Nebrodi e le loro risorse. Non avevamo mai avuto l’occasione
di potervi partecipare ma quest’anno i "fragolini"
han deciso di cogliere l’occasione anche per conoscere meglio
Caronia, paese ricco di storia e di boschi, facilmente raggiungibile
dal bivio della statale per Messina, nelle vicinanze di Santo
Stefano di Camastra. |
La cittadina,
come tutti i paesi di montagna, non dispone di grandi parcheggi
per cui ci siamo dovuti arrangiare sistemando alla meglio il
camper in una delle vie adiacenti la piazza Canale, dove si
sarebbe svolta la sagra. Il paesaggio è dominato dal
Castello, sicuramente tra i monumenti cittadini più pregevoli
e tra i meglio conservati dell’architettura normanna in Sicilia.
Edificato nel XII secolo oggi è di proprietà privata.
Il complesso è circondato da mura e si sviluppa su due
piani.
Al castello appartiene una cappella la cui pianta ricalca quella
della Cappella Palatina di Palermo. Si accede al castello da
uno splendido portale in stile rinascimentale con arco in sesto
acuto sormontato dallo stemma dei Pignatelli. Dobbiamo alla
gentilezza del custode la possibilità di visitare la
parte esterna del castello e dei giardini annessi, da dove è
possibile godere un bellissimo panorama sul mare. In basso a
pochi chilometri l'eterna incompiuta, l'autostrada Palermo-Messina
(dobbiamo credere al fatto che l'anno prossimo sarà completata?...).
Purtroppo la cappella è in restauro e non è stato
possibile accedervi. Altri monumenti cittadini degni di nota
sono: la Chiesa Madre, la chiesa di S. Biagio e la chiesa di
S. Francesco.
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Degno di nota anche il Museo del Bosco che conserva strumenti
artigianali e per la estrazione del carbone, attività
ormai abbandonata.
Intanto siera fatta sera e la sagra stava per iniziare, pertanto
ci rechiamo tutti in piazza pronti a degustare le prelibatezza
che ci sarebbero state proposte. Quest’anno si è previsto
il pagamento di un ticket di un euro per tre degustazioni a
scelta. L’iniziativa ha lo scopo di disciplinare meglio l’afflusso
oltre che di contribuire alle spese. Il programma prevedeva
la distribuzione di tre piatti principali: risotto ai funghi
porcini, polenta”carbonara” cucinata in maniera eccellente dai
valdostani di Courmayeur (che hanno rinnovato la loro graditissima
presenza alla sagra), e un piatto di arrosto misto di salsiccia
e maiale nero dei Nebrodi, il tutto accompagnato da ottimo vino
nero (c’era anche quello con le pesche). |
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Ci dividiamo in gruppi, alcuni
in coda per il riso altri per la polenta e così in breve
tempo ci troviamo a degustare questi deliziosi piatti. Rimaniamo
estasiati dalla bontà della polenta cucinata in questo
modo ma, purtroppo, dimenticheremo di farci dare la ricetta,
pazienza. Le noti dolenti iniziano però quando ci mettiamo
in coda per l’arrosto. Una fila di oltre 70 metri si era formata
e ci son volute ben 2 ore e 50 minuti per arrivare al traguardo.
Mai fatta una fila così lunga in vita nostra…
Dobbiamo purtroppo rilevare che qui l’organizzazione è
stata molto carente e non è sembrata all’altezza del
compito affidatole: poche griglie, molti favoritismi (paesani
che non volevano fare la coda favoriti da alcuni fuochisti,
coda incontrollata. Qualche transenna in più sarebbe
bastata ad evitare il caos.Alla fine anche carne è risultata
insufficiente. |
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Il giovane
e volenteroso sindaco ha ascoltato le nostre proteste si è
dimostrato dispiaciuto e ha promesso che l’anno prossimo si cercherà
di migliorare l’organizzazione e si aumenteranno le quantità.
In effetti la partecipazione è stata forse superiore ad
ogni previsione. Basterà un po’ di buona volontà
per superare questi inconvenienti. Auguri.
Il giorno dopo decidiamo di andare in un bosco a una decina di
chilometri di distanza, direzione Capizzi, dove abbiamo fatto
una bella passeggiata ossigenante e rigenerante. Di ritorno, mentre
pranzavamo, alcune mucche incuranti della nostra presenza si son
dirette all’abbeveratoio presso cui ci eravamo parcheggiati rivendicando
il diritto al loro territorio…
Poi in marcia verso casa, rilassati e rigenerati dalla fresca
aria della montagna.
Giuseppe |
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